Solidarietà per il professor Caloia
La vicenda giudiziaria che ha colpito il professor Angelo Caloia – l’accusa di peculato mossa contro di lui dal Promotore di Giustizia del Vaticano – ha colpito anche noi; non ha però scosso la nostra intima convinzione che il professore è innocente e che nelle malefatte a lui imputate egli non ha avuto parte alcuna.
Vogliamo perciò non soltanto esprimere solidarietà al professore, ma rendere testimonianza della sua probità, del suo disinteresse personale, della sua dedizione al bene comune nella Chiesa e nella società civile; egli, in attesa di giudizio, deve essere considerato (anche da chi lo credesse colpevole) innocente, anzi è innocente: ciò con forza affermiamo non soltanto per amicizia verso Angelo Caloia, ma per difesa del supremo valore della persona umana e della sua dignità. NOTA
Sergio Scotti Camuzzi
Milano, lì 12 Dicembre 2014
NOTA
Innocente del delitto per il quale il procuratore inquirente lo accusa, il professor Caloia subisce, oltre che l’onta e l’avvilimento morale dell’accusa, riecheggiata con clamore, e talvolta in modo malevolo, dai media, danni irreparabili alla sua posizione sociale in conseguenza delle coatte sue dimissioni da varie cariche di prestigio ricoperte con onore nel mondo ecclesiastico e laico della finanza e della cultura.
Queste dimissioni sono a mio modo di vedere ingiuste perché ad esse consegue un danno irreparabile: quando l’innocenza del professor Caloia sarà riconosciuta, esse non potranno essere ritirate. All’accusa, dato il principio di diritto sancito nell’art. 27 della Costituzione, può ammettersi che possa e non soltanto possa, ma – se del caso – debba (come io penso) conseguire la sospensione dalla carica, sospensione che cesserà nel caso di assoluzione: non le dimissioni, che ne comportano la perdita definitiva e irrimediabile.